"Dal 4 al 13 aprile 2008 il cardinale arcivescovo ha compiuto la vista pastorale alle cinque parrocchie della Borgata Parella (le cinque parrocchie formano l'Unità Pastorale 10).
Oltre ai messaggi e raccomandazioni contenuti nei vari interventi ed incontri, tutti comunque orientati ad incoraggiarci alla missione nella prospettiva dell'Unità pastorale, ci ha recentemente indirizzato la seguente lettera che pubblichiamo integralmente.
Nei prossimo futuro, cercheremo di camminare nella direzione qui tracciata."
accogli questa mia lettera come un ideale proseguimento della Visita Pastorale che ho compiuto il mese scorso nella tua parrocchia e nelle altre che formano la vostra Unità Pastorale.
Tu sai che ho voluto realizzare la mia Visita con una particolare sottolineatura e riguardo dell’Unità Pastorale. Nelle singole parrocchie ho celebrato l’Eucaristia, ma tutti gli altri incontri che ho fatto – con i religiosi e le religiose, con i ragazzi e con i giovani, con i membri dei Consigli parrocchiali e gli operatori pastorali, con i genitori e i giovani sposi – hanno visto la presenza insieme dei parrocchiani di tutte le parrocchie dell’Unità Pastorale. Ho voluto così dare un forte segnale a riguardo dell’importanza di camminare in modo convinto in questa nuova ottica pastorale. Non si tratta, l’ho ribadito chiaramente, di superare le singole parrocchie, ma di lavorare con un nuovo spirito di comunione, di collaborazione e di scambio. A questo proposito ti scrivo diffusamente più avanti in questa mia lettera.
Ora desidero manifestarti anzitutto i sentimenti che porto nel cuore e che mi hanno accompagnato nei giorni della mia Visita Pastorale.
Rev.mo Sig.
Don Sergio BARAVALLE
Il primo è un sentimento di profonda gratitudine per come, con i tuoi collaboratori, hai preparato i tuoi parrocchiani alla mia Visita affinché la vivessero come un’intensa esperienza di Chiesa. E così è stato. Ho incontrato persone animate da grande disponibilità all’ascolto e alla collaborazione e ho gioito nel vedere il buon clima che regna tra te, don Raffaele, don Lucio, padre Viano e il diacono Giorgio. La vera forza di una parrocchia sta nell’autentica comunione fraterna che regna anzitutto tra quanti ne hanno maggiormente la responsabilità. Sono contento anche di averti visto ben inserito nella parrocchia dove sei giunto da appena sei mesi come successore dell’amato don Enrico Molgora, nei confronti del quale nutri sentimenti di amicizia e di stima che ti hanno fatto dire: “Devo dare atto a don Enrico di aver fatto un buon lavoro, di cui io ora godo i frutti”.
Anche la comunità gli è giustamente affezionata e riconoscente e tiene vivo il ricordo di pastori che si sono spesi senza risparmio di forze, dai tanti viceparroci che si sono succeduti al mai dimenticato monsignor Enriore che ha lasciato una traccia profonda in molte persone e nelle loro famiglie.
Se la “Provvidenza” ha un buon “zoccolo duro” di parrocchiani attivi e partecipi è grazie ai tanti doni di testimonianza ricevuti negli anni da quanti vi hanno generosamente operato.
Ma ora il Signore vi chiede di guardare avanti con rinnovato slancio, arricchiti anche dall’esperienza di grazia che è stata la Visita Pastorale.
Le nuove sfide esigono nuova passione pastorale, capacità di leggere le situazioni in cui viviamo, intelligenza nel progettare insieme una parrocchia fedele al Vangelo di Gesù e capace di rispondere alle attese più profonde degli uomini e delle donne di oggi.
Mi permetto quindi di evidenziare alcune di queste “sfide” suggerendo insieme alcune indicazioni pastorali per il futuro.
1. Una prima sfida è quella relativa al bisogno di spiritualità e di cammino di fede presente in tutti, più di quanto possa apparire a prima vista. La sete di Dio, che è sete di amore, di verità e di senso continua ad abitare il cuore delle persone e la parrocchia, cioè la comunità cristiana, è chiamata a farsi carico di questa sete.
Lo fa se si mette in ascolto delle persone e dei loro bisogni, se accoglie tutti senza pregiudiziali discriminazioni, se sa farsi loro compagna di viaggio, umile e discreta, ma coerente ed esigente.
I ritmi di oggi, anche della vita delle nostre parrocchie, non sempre hanno favorito questo stile di accostamento alle persone.
La parrocchia della Provvidenza, privilegiando la formazione, sta offrendo preziose occasioni di incontro spirituale, grazie anche alla presenza di un certo numero di sacerdoti che si rendono disponibili per il sacramento della Confessione.
Non posso che incoraggiare a potenziare questo servizio che non fa rumore, ma che forma le coscienze, le conduce al Signore e aiuta a scoprire la vocazione alla quale Lui chiama personalmente ogni donna e ogni uomo, a tutte le età della vita.
Anche le parrocchie vicine ne trarranno beneficio se la Provvidenza si qualificherà sempre più come “chiesa penitenziale”, offrendo un’ampia disponibilità, anche come orari, per le confessioni e per l’accompagnamento spirituale.
2. Una seconda sfida riguarda la pastorale giovanile che alla “Provvidenza” ha una ricca tradizione, ma che attende ora nuovo slancio. Quelli del nostro tempo non sono anni facili perché i giovani sono continuamente sollecitati da proposte contraddittorie, capaci di illudere per poi deludere. La proposta cristiana è però capace di affascinare ancora oggi i giovani perché, se vissuta con entusiasmo, dà senso, gusto, gioia e bellezza alla vita.
I gruppi giovanili, con un adeguato progetto educativo, continuano ad essere il luogo privilegiato della crescita degli adolescenti e dei giovani, purché sappiano aprirsi a nuove presenze e non si chiudano nel “piccolo cerchio di pochi intimi”.
L’intenzione di avviare e rifondare l’Azione Cattolica trova tutto il mio appoggio e incoraggiamento perché il suo progetto educativo possiede tutte le caratteristiche capaci di rispondere alle aspirazioni dei giovani e favorire la loro piena realizzazione umana e cristiana. Vale davvero la pena tentare questa “avventura” con la pazienza dei tempi lunghi richiesti dai progetti impegnativi.
3. Una nuova missionarietà è la terza sfida pastorale che viene posta dalla situazione in cui ci troviamo. Non possiamo nascondere che anche le nostre parrocchie sono diventate “terra di missione”. Basterebbe pensare all’appena 10% dei cristiani che abitualmente partecipano all’Eucaristia domenicale e allo stacco che c’è tra la fede professata e la vita vissuta, che caratterizza molti cristiani.
Di fatto, in Italia in particolare, la parrocchia continua ad essere una “chiesa di popolo”, tendenzialmente aperta a tutti. Sono tante le occasioni che la vita offre perché la parrocchia entri in relazione con molte persone: dalla nascita di un figlio alla morte di un familiare, dalla gioia di una vita coniugale che inizia alla sofferenza per un amore che si interrompe, dalla richiesta dei sacramenti per i figli a quella di aiuto per necessità materiali o spirituali. Se la parrocchia sa intercettare queste situazioni “sensibili” può esprimere la sua carica missionaria favorendo l’apertura alla fede e all’incontro con tutte le persone presenti nel territorio.
Anche la visita alle famiglie, la presenza nel quartiere, la recita del Rosario nei cortili, la proposta del Vangelo nelle case possono essere strumenti preziosi per una Chiesa che non solo accoglie ma “va verso” le persone.
4. Una quarta sfida, richiamata, con insistenza recentemente dal Papa è quella “educativa”. La parrocchia può mettersi al servizio di quanti operano nel campo dell’educazione, dai genitori agli insegnanti e ai catechisti, dagli animatori di oratorio e di Estate ragazzi agli allenatori nei diversi ambiti sportivi. Chi viene a contatto con la parrocchia dovrebbe avvertire la presenza di una “comunità educante”. Anche per questo può essere utile e necessario elaborare un progetto educativo che tocchi le varie età della vita. In questo percorso deve trovare uno spazio privilegiato la Parola di Dio contenuta nella Bibbia. È dalla Sacra Scrittura che nasce la nostra fede e trovano ispirazione i nostri progetti pastorali.
Come già sai il prossimo anno tutta la nostra Diocesi vivrà l’anno della Parola di Dio. Darò prossimamente indicazioni più precise a questo riguardo, ma ti chiedo fin d’ora di mettere questo tema, così come le altre “sfide” cui ho fatto cenno, al centro della riflessione con il Consiglio Pastorale Parrocchiale e con quanti collaborano più da vicino con te.
5. Un’ultima sfida che accomuna tutte le realtà ecclesiali della Diocesi è il cammino dell’Unità Pastorale. Ne ho parlato abbondantemente nei vari incontri nel corso della mia Visita Pastorale, soprattutto in quello che ho fatto con i membri dei Consigli parrocchiali e gli operatori pastorali. Puoi fare riferimento a quanto ho detto in quell’occasione per motivare i tuoi parrocchiani e per sostenere i sacerdoti dell’Unità Pastorale a camminare senza indugi in questa direzione. Ho fiducia in un rinnovato slancio vedendo il buon clima che regna tra voi sacerdoti e la disponibilità generosa di tanti fedeli laici. Di questo argomento parlo più diffusamente nella lettera che invio al Moderatore dell’Unità Pastorale, ma qui desidero chiedere tutta la tua collaborazione e quella dei laici della tua parrocchia affinché la vostra Unità Pastorale possa esprimere tutte quelle potenzialità, soprattutto nel campo della formazione dei laici, che finora non ha ancora pienamente espresso.
Ecco, caro don Sergio, alcune indicazioni che saprai portare a conoscenza dei tuoi parrocchiani facendone oggetto di verifica, di riflessione e di programma con i tuoi collaboratori.
Mi è cara l’occasione per esprimere la mia profonda gratitudine anche alle Suore della Carità di Santa Giovanna Antida Thouret per il bene che operano nella pastorale giovanile e tra i malati e gli anziani e alle Suore Vincenzine di Maria Immacolata per la collaborazione pastorale che offrono. La loro presenza e la loro testimonianza sono un dono prezioso per tutta la comunità.
Un grande grazie desidero dirlo anche ai carissimi don Lucio, don Raffaele, padre Viano e al diacono Giorgio Agagliati che si è ben inserito in questa nuova realtà parrocchiale.
Su di te e su tutti i tuoi parrocchiani invoco di cuore la benedizione del Signore e la protezione della Vergine Maria.
Con viva cordialità e sincera amicizia ti saluto.
Tuo
X Severino Card. Poletto
Arcivescovo Metropolita di Torino
mons. Giacomo Maria Martinacci
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