Davico Livio nacque il 04/07/1927 a Torino in via Cesana, borgo San Paolo , dove risiedette fino al 1965 anno in cui si trasferì in corso Monte Grappa, borgata Parella dove abitò fino al 1993. Poi andò a Val della Torre (TO) e qui rimase fino al 19 marzo 2008, giorno della dipartita per l’altra Vita in cui credeva.

 Fin dall’ infanzia frequenta la parrocchia di Gesù Adolescente ed il relativo oratorio salesiano San Paolo nel cui teatro recitò con la filodrammatica dal 1949 al 1963. Dal 1952 al 1957 la compagnia teatrale si esibì anche in Francia, a Marsiglia, per la comunità italiana all’estero. Nel1984-1988 fu nominato presidente dell’ ispettoria salesiana subalpina (poi ex-allievi) Piemonte.

Gli fu proposta la candidatura a senatore che rifiutò “perché non poteva dire agli operai: -Fieui, cercheve n’aut travaj perche mi vad a fe’ el senatur! (ragazzi cercatevi un altro lavoro perchè io vado a fare il senatore) ed in secondo luogo perché “in politica devi scendere a compromessi con la tua coscienza”..

 Durante la seconda guerra frequentò la scuola Arti e Mestieri di corso Trapani, ad indirizzo geometra. Venne assunto in qualità di impiegato disegnatore tecnico presso la Sartorio, grande azienda di impiantistica termo-idro-sanitaria,

di Torino con sede in via Bardonecchia - corso Racconigi dove lavorò fino al 1952, anno in cui, (aveva  25 anni!), in società con un operaio capocantiere della medesima ditta diventò autonomo nello stesso settore di impiantistica per grandi comunità.

Lavorerà per le case salesiane di tutta Italia, per imprese edili di costruzioni, per il settore pubblico.

Dal 1965 al 1993 svolse azione di volontariato presso la Conferenza di San Vincenzo della parrocchia Madonna della Divina Provvidenza, (con monsignor Enriore , don Mino Lanzetti…), collabora con l’Ufficio Pio S. Paolo al fine di risolvere situazioni di profondo disagio sociale. Nel 1985, anno del 40esimo della presenza di mons. Enriore alla Divina, Livio a nome dei confratelli e consorelle di S. Vincenzo scrisse una poesia in rima per il festeggiato .

 Il suo impegno dal 1960 al 2008 si svolse anche a Val della Torre (TO) fino al 1993 nei mesi estivi organizzando manifestazioni ed eventi sportivi per i giovani. Nel 1970 si adoperò con un comitato alla realizzazione del campo dacalcio e da tennis ex-novo su proprietà parrocchiale, nonché alla costruzione di teatro/salone parrocchiale adiacente la chiesa. Diede il suo contributo alla trasformazione della villa Rossi di Montelera, donata ai fini di residenza per anziani valtorresi.

A Val Della Torre, nacque il capostipite dei Rossi di Montelera prima socio di Martini padre del famoso vermouth e poi proprietario.

La famiglia Rossi ebbe sempre un legame con il paese di origine e lo manifestò con contributi per le varie manifestazioni e con la cessione della grande villa al Comune perché si realizzasse una casa di riposo per i valtorresi .

 Cultore della lingua piemontese, su riciesta del corpo musicale bandistico, per la festa patronale di San Donato, scrisse sonetti in dialetto che i musicanti distribuivano per le borgate. Fin dal 1960 prestò la sua opera presso la parrocchia valtorrese per tutti i parroci che negli anni si succedettero.

 Livio Davico fu una persona pragmatica, con ottime capacita di pianificatore, che alle parole preferiva i fatti; alle persone con cui collaborava era solito dire: “Forsa fieui domse da fé” (forza ragazzi diamoci da fare).

A cura di Marco Davico

 

 

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